COMPAGNIA DI BELLEGRA – Roma
Dai nostri avi si tramanda che il pellegrinaggio presso il Santuario della SS. Trinità di Vallepietra, veniva effettuato già intorno alla fine del 1800. Si racconta che, durante la seconda guerra mondiale, i pellegrini vi si recavano in massa a pregare affinchè, attraverso le loro preghiere e le loro raccomandazioni alla divinità, si potesse giungere alla fine delle ostilità; qualcuno ricorda ancora qualche versetto cantato dai pellegrini: “ Oh Santissima Trinità, proteggi i soldati arruolati e richiamati, noi li affidiamo a Te….Oh Santissima Trinità falla finì ‘sta guerra, poggiamo le armi in terra, e ti veniamo a ringraziar….”. Per quanto si può ricordare, si partiva da Bellegra, con gli zaini caricati sui muli o in spalla, e le donne con borse e cesti di vimini sulla testa con tutti i viveri, per affrontare il lungo cammino e arrivare fino al Santuario. La partenza veniva e viene effettuata, come da tradizione, dopo la santa Messa e la santa benedizione impartita dal parroco, nella bellissima chiesa di san Nicola, situata presso il centro storico del paese. E’ tradizione che lo stendardo venga fatto uscire dalla chiesa dalle persone più anziane tra i componenti dell’associazione. Il percorso e le tradizionali tappe sono rimaste le stesse che venivano effettuate dai nostri predecessori. Uscendo dalla chiesa, ci si dirige verso la parte alta del centro storico (che è la parte più alta del paese) e ci si sofferma davanti ad una delle tante edicole che il popolo bellegrano ha voluto dedicare alla SS.Trinità. Poi si procede in processione cantando l’inno della Trinità, fino ad arrivare presso il monumento dei caduti in guerra, da dove, rivolti nella direzione del Santuario, si cantano le LITANIE. Si continua il cammino con direzione Bellegra-Affile. Giunti all’ingresso del paese di Affile, ci si ricompone per la processione d’entrata nel paese, per poi effettuare l’ingresso nella chiesa parrocchiale, dove il parroco impartisce la santa benedizione ai pellegrini. Una volta usciti dal paese, ci si dirige verso gli Altipiani di Arcinazzo, dove è tradizione effettuare la prima sosta del percorso. Dopo aver riposato per circa un’ora ci si rimette in cammino e, da lì, si scende per la SETACCIARA (strada mulattiera che inizia dagli Altipiani di Arcinazzo fino al ponte di Cominacchio). All’inizio della Setacciara, da dove si scorge in lontananza il Santuario, c’è un punto detto LA MORA. Tutti i pellegrini si fermano e, inginocchiatisi, rivolti con lo stendardo verso il Santuario, chiedono il passaggio alla SS. Trinità, cantando una strofa che si tramanda di generazione in generazione:
O santissima Trinitate noi siamo de viaggio
Vogliamo il passaggio e la santa benediziò
O Santissima Trinitate il mio fallo commesso
Sto cuore che t’ama adesso e sempre ti amerà
O Santissima Trinitate la grazia che ti chiedo
E Tu non me l’hai da negà e Tu me l’hai da fa
Io ti chiedo perdono e pietà o santissima Trinità
Arrivati al ponte di Cominacchio, tutti i pellegrini gettano un sasso giù dal ponte, come da tradizione, per liberarsi dei peccati. Da lì, si prosegue senza sosta verso il paese di Vallepietra, dove si entra tutti in processione per raggiungere la chiesa dedicata alla Trinità, intonando la canzone in sua lode. Stanchi del lungo viaggio, si effettua una breve sosta nel paese, per poi proseguire verso il Santuario. Lungo il primo tratto di montagna si trova la prima Cona, detta Acqua Santa, dove i pellegrini effettuano una breve sosta dissetandosi e, come da tradizione, si rinnova il COMPARATO, immergendo le mani nell’acqua e recitando un versetto in dialetto bellegrano:
Compare san Giuvanni, nu’ ci spartimo i panni
I panni ci spartimo e a compari ci ficimo
Se tinimo ‘na nocchia, ce la spartimo n’crocchia
Se tinimo ‘na noce, ce la spartimo n’croce
Se ci bivimo ‘nu picchiere de acqua, simo compari finu a Pasqua
Se ci bivimo ’nu picchiere de vinu, simo compari fin’a che ci murimo
Arrivati al Santuario si entra nella Cappella della Santissima Trinità, cantando tutti in coro e recitando le preghiere. Una preghiera, in particolare, viene ancora oggi recitata dalle persone più anziane, mentre percorrono l’interno del santuario, che recita così: Mura sante, mura beate, sia beato chi le ha create, le ha create il Santo Padre, la SS. Trinità, per poi uscire dal santuario camminando all’indietro per non volgere le spalle all’immagine, perché sia di buon auspicio per la prossima visita. Effettuato un giro per acquistare dei ricordini per i familiari che non hanno potuto partecipare al pellegrinaggio e ascoltata la santa Messa, si iniziano i preparativi per il ritorno, raccogliendosi tutti sotto il santuario dove, camminando sempre all’indietro, si intona la canzone di addio alla Santissima Trinità:
Addio o Santissima
Noi famo partenza
La nostra presenza
Dobbiamo lascià
Addio o Santissima
E noi che ce ne andiamo
O Dio che pianto amaro
Ho da lasciare a Te
Dopo circa due ore si rientra a Vallepietra dove, insieme a tutte le compagnie presenti, si partecipa alla solenne processione, per poi andare a riposare. Quattro ore dopo, prima ancora del sorgere dell’alba, iniziamo la strada del ritorno che, oggi come allora, comprende tutte le tappe già affrontate dai nostri predecessori. Rientrando a Bellegra, i pellegrini vengono accolti in massa da tutto il popolo rimasto a casa e dai suoni festosi delle campane. Con il passare degli anni, a Bellegra sono state edificate in totale sei edicole raffiguranti l’effige della Santissima Trinità. Nell’anno Giubilare, dall’attuale Comitato dei festeggiamenti fu eretta un’edicola presso la Scalinata Europa, dove vi è esposto lo stendardo che i nostri predecessori portavano in pellegrinaggio dal giorno in cui si iniziò a venerare la SS. Trinità presso il santuario di Vallepietra fino al 1984, data del suo ultimo pellegrinaggio effettuato. Lo stendardo che viene portato al giorno d’oggi in pellegrinaggio, è una copia del precedente, commissionata dall’attuale comitato al pittore, nostro compaesano, Franco Patrizi, scomparso qualche anno dopo averlo realizzato, al quale va un nostro affettuoso ricordo.
Il Poeta Mariano Susini, nell’anno 1981, dedicò una poesia in dialetto romanesco ai pellegrini di Bellegra:
Er Pellegrino
Sentite li rintocchi de campana
Guidan la compagnia che s’allontana
Li messaggeri vanno, a piano a piano,
Pieni de amore e de riconoscenza
Verso er cammino de la penitenza
Verso la fede che je sta lontano
Cantano cor soriso su dar core
L’inno de la Santissima d’amore.
Sfidano l’intemperie, er sole, er vento,
la pioggia, la fatica e der cristiano
er fisico che cala lento lento
pe’ benedì ‘gni core bellegrano…
e chiede a la Santissima…ch’è vita
de rigalaje la bontà infinita.
Eppuro…doppo tutto quer cammino
Li canti….de tre giorni consumati
Fanno e ritono liberi e beati
Nemmanco fusse un dopo tavolino
Bontà…fede…speranza….e carità
So’ vita…amore…gioia e Trinità
Sentite le campane che ristorna
Chiama la compagnia che ritorna.